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Un bacio

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Alla fine sei volato in cielo…
Adesso sei libero. Ora puoi finalmente vivere!

Niente camici bianchi attorno a te, niente fredde sale d’ospedale.
Niente clamore, niente televisioni. Nessuna legge, nessuna imposizione, nessuna lotta.
Solo lacrime e silenzio.

Adesso sei aria, adesso sei vento.
Ore sei nella rabbia di tuo padre, nelle lacrime di tua madre, nelle preghiere all’unisono di chi ha sperato in un esito diverso.

Un destino crudele aveva deciso per te quando sei nato, una legge dell’uomo ha sentenziato quando avresti dovuto lasciare questo mondo.

In questi due anni la gioia dei tuoi genitori ed il desiderio di averti.
Le prime preoccupazioni. Le parole dei dottori pesanti come macigni.
La speranza, la lotta. La voglia di tentare, provare a vincere una battaglia impossibile.
Fino all’epilogo.
Fino alla tua partenza, che è liberazione.

Adesso si sprecheranno parole, si sputeranno sentenze…
Parole e chiasso. Un tambusto che striderà con l’assordante silenzio che hai lasciato nei cuori dei tuoi genitori.

Loro in te vedevano la vita.

Ti hanno amato, ti hanno coccolato. Si sono addormentati accanto a te respirando il tuo profumo accarezzandoti dolcemente le mani. Ti hanno sussurrato all’orecchio frasi dolci e ti avranno raccontato mille favole come quella in cui l’eroe lotta e, alla fine, vince sempre.
Tu sei stato un piccolo eroe. Un grande guerriero che ha lottato fino alla fine.

Hai vinto tu? Non lo so…
Per chi è maledettamente attaccato a questa bizzarra vita terrena forse no…
Ma mi piace pensare che ci sia dell’altro. Un posto dove tu vinci e ridi.

Intanto, buon viaggio piccolo Alfie.
Un bacio.

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