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Messaggio di fine anno alla Nazione – 2020

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Ancora poche ore e il 2020 sarà solo un ricordo, un triste ricordo.
Sappiamo tutti che il nuovo anno sarà difficile e che non basterà lo scoccare della mezzanotte per resettare tutto. Ma abbiamo bisogno di un taglio. Una separazione psicologica tra quello che è stato e quello che, speriamo, potrà essere.

Il 2020 ci ha fatto riscoprire fragili, vulnerabili. Le nostre banali priorità si sono sgretolate davanti ad un minuscolo virus.

Abbiamo vissuto chiusi in casa, guardando fuori dalle finestre un mondo che non potevamo avere.
Abbiamo passato ore davanti alle TV ad assistere, increduli, a scene di morte.
Abbiamo pregato con il Papa, solo a San Pietro, in una piovosa sera d’inverno.

Numeri, percentuali, dati, grafici. Quanti ce ne hanno mostrati. Periodi in cui si accendeva la speranza e altri in cui si tornava nel buio.

Abbiamo perso amici e parenti. Senza poter stringere loro la mano nel momento più difficile.
Abbiamo elogiato i nostri eroi in camice bianco che hanno lottato e lottano per le nostre vite.
Abbiamo perso il lavoro, a volte, la speranza.
Abbiamo conosciuto l’ignoranza di chi nega l’evidenza di una pandemia mondiale.

Ci siamo riscoperti umani.

Il 2020 si è concluso, però, con una speranza: che presto si possa tornare ad una vita normale.

Cosa chiedo al 2021?

Poter vedere tutti vaccinati. Lo dobbiamo a noi stessi, alle persone che amiamo, ai medici che si prendono cura della nostra salute. E’ un gesto di responsabilità non soltanto individuale ma collettivo. Solo se saremo uniti potremo gioire tutti insieme.

Poter accendere la Tv e non vedere le solite immagini o leggere i soliti, impietosi, numeri.

Poter vedere i miei figli sereni vivere il periodo più bello della loro vita

Poter vedere la gente in faccia. Senza mascherina. Scrutarne le smorfie, le espressioni.

Poter stare vicino agli affetti più cari senza avere alcun timore.

Poter incrociare un conoscente senza dover “mantenere la distanza”.
Cavolo quanto mi manca il contatto umano!
Mi mancano gli abbracci, quelli calorosi. Quelli con i miei genitori, con i cugini, con gli amici che non vedo da tempo.

Ecco, una cosa ve la prometto: quando tutto questo finirà, vi abbraccerò uno per uno.
Per adesso accontentatevi di un “freddo” abbraccio virtuale con l’augurio che questo nuovo anno porti a voi e alle vostre famiglie un po’ di serenità.

La luce è vicina. Presto torneremo ad abbracciarci.
Marco.

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