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Aveva previsto tutto

<<Alle 19.30 entro nel parcheggio del supermercato. Lascio la mia auto vicino l’uscita con il motore acceso. In cinque minuti, al massimo, sono davanti la cassiera. Mi faccio dare l’incasso della giornata e scappo via…>>

Gianni ripeteva, in mente, quei pochi, semplici passaggi. Riviveva la scena che avrebbe messo in atto da li a poche ore. Un colpo semplice, studiato da giorni. Lui diciannove anni, cresciuto troppo in fretta in uno dei quartieri più difficili della sua città, un bravo ragazzo non lo era mai stato: qualche lite di troppo, piccoli guai con la polizia ma nulla più. Giocava a fare il duro pur non potendoselo permettere. Gianni “il buono” lo chiamavano quelli che lo conoscevano. E quest’appellativo lui non lo mandava proprio giù. Avrebbe voluto essere un duro come gli altri; avrebbe voluto camminare, spavaldo, per le strette vie del quartiere, avrebbe voluto incutere timore ed essere rispettato ed amato anche dalle ragazze sue coetanee.

In verità una “poco di buono” come lui l’aveva trovata. Sonia, tre anni più grande e problemi ben più grossi dei suoi alle spalle. Si erano conosciuti un anno fa in un bar vicino alla stazione. Fu subito intesa tra loro.

Gianni avrebbe fatto di tutto per lei. Così quando un giorno Sonia gli chiese, come segno d’amore quel costoso anello ammirato nella vetrina del Corso, capì che se voleva farla contenta doveva diventare un vero UOMO. Avrebbe procurato in qualche modo quei soldi, avrebbe avuto l’amore di lei ed il rispetto della marmaglia del quartiere.

Con Sonia pianificò tutto nel dettaglio. Scelsero il supermerato da svaligiare, il giorno in cui agire, la cassiera da cui farsi dare il bottino. La pistola la procurò la sua amata: una Smith & Wesson 19; una pistola a tamburo che aveva ammirato solo nei film polizieschi. Tenerla in mano gli metteva una certa ansia: lui era “il buono” e non aveva mai usato un’arma prima d’ora. Ma che rapina sarebbe stata senza pistola?

Come pianificato alle 19.30 parcheggiò l’auto nel posteggio del supermercato. Sonia, seduta sul sedile del passeggero lo guardava eccitata. Non l’aveva mai vista così euforica. Lui l’avrebbe resa felice.

In un attimo fu fuori. Si diresse velocemente verso l’entrata del supermercato. Indossò rapidamente il passamontagna e, con la pistola in pugno, mise in atto il suo piano.

Aveva previsto tutto: lo stupore della gente in fila alle casse, le urla di qualche donna spaventata, il tremore di Marisa, la cassiera timida a cui stava puntando la pistola. Aveva previsto lo scorrere lento del tempo mentre il sacco nero veniva riempito con l’incasso della giornata.

Quello che non aveva previsto era quell’uomo di mezza età, agente fuori servizio, in fila con un pacco di biscotti in mano. In un attimo lo vide buttare i biscotti per aria ed estrarre dalla fondina una pistola.
Questo proprio non lo aveva previsto.

Ma l’adrenalina venne in suo soccorso. Sparò per primo.
Vide la bianca camicia dell’uomo inondarsi di sangue mentre i suoi occhi, increduli, lo fissavano. Pochi secondi e quell’uomo fu a terra, immobile, in una pozza di sangue.

Con il bottino in mano scappò verso l’auto. Aprì la portiera, lanciò il sacco nero a Sonia, partì sgommando e non parlò.

Furono attimi di silenzio. Sonia scrutò dentro il sacco e con gli occhi luccicanti si rivolse al suo eroe: <<ce l’hai fatta!>>
Lui frenò bruscamente, aprì la portiera, scese e vomitò.
Non era andata come aveva previsto.
Era diventato un UOMO mentre, nel freddo pavimento del supermercato, un uomo non c’era più.
Vomitò ancora.

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