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Messaggio di fine anno alla Nazione – 2023

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Ed eccoci qui… Ancora un altro anno che ci lascia…
Vorrei potervi dire che la mia saggezza aumenta coll’aumentare del giro-vita ma purtroppo non è così. Qualche giorno fa, in occasione dei consueti auguri di Natale in accademia, ho estratto un biglietto da una scatola che ne conteneva tanti di diverso colore; ognuno di essi aveva una frase… La mia era una citazione di Osho che citava: “crescere dipende da te”. Ecco il problema è proprio questo: non credo che l’idea di crescere mi vada proprio a genio. Ed è per questo motivo che, a lezione,  ho accolto i miei studenti con in testa un cappello di Babbo Natale (tanto la barba bianca c’è e la panza pure… e non mi avete sentito esclamare: oh.. oh.. oh..).

Ma io non voglio crescere! Se vedo un bambino che non conosco, gli faccio le boccacce… Se parlo con una persona per più di 5 minuti, poi comincio a fare battute di qualsiasi tipo… E’ proprio più forte di me… Non ce la faccio ad essere serio… Voltaire diceva: “La libertà comincia dall’ironia” e io voglio sentirmi LIBERO!

Però quando diventi grande (e mi riferisco all’età… e non al mio esile vitino da vespa come qualcuno di voi immaginava), ci sono pure momenti in cui devi essere serio. Quindi capita, al mattino, davanti allo specchio, che io noti qualche ruga in più sul viso, ma subito dopo mi faccio una smorfia… E niente, proprio non ci riesco… Sono certo che se Madrenatura mi avesse donato una folta capigliatura, avrei preso in mano l’asciugacapelli e con sguardo sexy ed ammiccante (che brutta immagine questa…) avrei esclamato: “il mio nome e Bond… James Bond” con una credibilità uguale ad una raccolta fondi benefica della Ferragni.

A proposito della signora Fedez… Ma che brutta storia questa del Pandoro… Quanto le è successo ci fa capire quanto pericolosi siano i social: un potentissimo strumento se usato bene, ma anche un boomerang pronto a restituirti, con gli interessi, vagonate di cacca… Nonostante questo, i giovani vivono sui social e sperano di poter “vivere” di social. Ai miei tempi (e in questa scena mi sono visto con i pantaloni di velluto marroni e la coppola in testa mentre parlo ai miei nipoti…) si sognava di poter diventare astronauti, calciatori, poliziotti o benzinai… Oggi i ggggiovani vogliono essere content marketing creator, fashion stylist, virtual visual merchandiser, web communication designer… Insomma, mestieri dove più termini inglesi usi per pronunciarli più fa figo…
Ai miei tempi (sempre quelli in cui c’era Carosello in TV e io sedevo sul sedile posteriore di una Fiat 131) chi non andava tanto d’accordo con i libri, sceglieva i corsi di Scuola Radio Elettra: meccanico, elettricista, cuoco… Percorsi formativi snobbati e guardati dall’alto verso il basso… Certo, tra 10/15 anni, quando al virtual visual merchandiser gli si guasterà la scopa Dyson o il web communication designer resterà a piedi perchè il suo SUV preso in 72 scomode rate smetterà di camminare, saranno problemi seri… serissimi… Certo, sempre meglio del sottoscritto che, pur non potendo vantare un’attività lavorativa riassumibile con roboanti termini markettari, ha una conoscenza del motore della sua auto pari a quella che la Ferragni ha della solidarietà. Per fortuna che c’è mia moglie che mi ricorda che ogni tanto l’olio motore va cambiato…

A proposito di cambio… e di moglie…
Noooo, non è come pensate… Ne ho “incastrata” una e non me la lascio sfuggire…
Per lei è stato un anno di cambiamenti lavorativi e questo ha riguardato anche me! Per tornare al discorso di prima, si cresce e ci si migliora!
Quando lei era a casa, dimenticavo di fare la spesa, di cucinare e di gettare i rifiuti… Adesso faccio la spesa, cucino e differenzio la spazzatura. E tutto questo grazie al fatto che lei me lo scriva a caratteri cubitali su diversi fogli disseminati per casa, seguiti da squilli ad intervalli programmati e a messaggi whatsapp intimidatori: “non dirmi che hai dimenticato di comprare il pane…”. Faccio progressi no? Certo, non è che si possa chiedere ad un uomo di fare più cose contemporaneamente… Quindi qualora dovessi portare a spasso il figlio e lasciare a scuola il cane, sono certo di poter ricevere la solidarietà maschile di tanti.

Adesso basta con le chiacchiere.
C’è da dare il benvenuto al nuovo anno…
Programmare questi 12 mesi che verranno…
Continuare a fare teatro ed impegnarsi per il sociale…
Cambiare l’olio alla macchina…

Il tutto sempre con ironia, prendendosi poco sul serio.
Per crescere, c’è sempre tempo!

Buon anno amici cari.

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