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Cronache di vita matrimoniale – Il letto disfatto

Eccoci alla seconda puntata delle cronache di vita matrimoniale: il letto disfatto.

Prima di proseguire ricordo a tutti che quella che cito in questo racconto non è mia moglie, non può essere lei, mi rifiuto categoricamente di affermare che possa essere lei. O forse si…

Se c’è una cosa che proprio mia moglie non riesce a mandar giù è proprio il letto disfatto!
E quando dico che le da fastidio, intendo proprio che il nervosismo pre ciclo al confronto è una seduta rilassante davanti ad un giardino zen.

La giornata (per lei) inizia alle 6.30.
Mentre lei è operativa e sta già: lavandosi, vestendosi, pulendo casa, cucinando il pranzo e la cena, preparandosi per andare a lavoro noi, i tre maschi di casa (io e quei due angioletti dei miei figli) ci stiamo godendo amabilmente le morbide pieghe del letto contorcendoci, ogni tanto, e lanciando strani rumori ad ogni sbadiglio.

Anche per noi è ora di alzarci (forse).
Non prima di aver acceso la tv ed ascoltato il tg, aperto le mail, chiusi nuovamente gli occhi per gli ultimi cinque minuti di sonno, e sbadigliato ululando.

Io e gli altri due maschietti ci dirigiamo come degli zoombie verso la cucina. Trascinando i piedi e sbattendo sui muri a causa degli occhi semi chiusi, ci ritroviamo nella stanza da pranzo.

Lei è lì, fresca come una rosa.
Nel frattempo ha preparato un abbondante colazione, sistemato gli zainetti dei bimbi, cucinato il pranzo, dato da mangiare alla gatta, ai pesciolini, innaffiato le piante e si dirige con fare svelto verso la stanza dei bambini per dare una sistemata.

Torna dopo pochi minuti, preleva forzosamente i poveri ometti con ancora i biscotti in bocca, li prepara in un batter d’occhio e sono entrambi pronti per la scuola.
Sull’uscio della porta ricevo i bacini di entrambi gli ometti e lo sguardo severo di mia moglie che si congeda con: <<è rimasto da ristemare solo il letto matrimoniale, ci pensi tu?>>
Io, con la solita risposta di sempre le rispondo: <<ma cara, sto uscendo anche io… Poi rientreremo tutti assieme, chi vuoi che lo veda?>>
<<Non possiamo uscire di casa con il letto non sistemato! Ma tanto so che già che lo troverò disfatto…>> conclude.
Mi saluta velocemente e va via con i bimbi.

Resto solo in casa. Io, la gattina ed i pesci con la pancia piena ed un letto matrimoniale disfatto.
Lo guardo, con quelle sue lenzuola increspate, quelle coperte ammucchiate ed è forte la tentazione di lasciarlo così. In fondo chi lo dovrebbe vedere? I ladri che potrebbero entrare in casa?

Immagino già la scena…
<<Dai Luca, fai piano… Io sgraffigno il salotto tu vai in camera da letto e vedi se ci sono gioielli>>
<<Ok, Nino. Cercherò di prendere il più possibile. Ma sbrighiamoci!!!>>
….
<<Nino… Lascia tutto e vieni qua… Guarda, non hanno nemmeno rifatto il letto… Ma come si può uscire di casa lasciando il letto disfatto? Che gente! Dai lascia tutto… Andiamo… Non ho mai svaligiato una casa con il letto disfatto… Ho una reputazione da difendere io… Andiamo va… Che gente!>>

Alla fine mi decido. Faccio il letto!
Con minuzioso lavoro compio il sacro rito. Lo guardo soddisfatto. Sono stato davvero bravo.

Ore 15.45: lei rientra.
L’aspetto sull’uscio con un sorriso da deficiente. Sono gasato!
Lei, stanca, posa le buste della spesa sul tavolo e non le do nemmeno il tempo di posare la borsa e le chiavi.
<<Vieni con me… Guarda!>> la invito nella camera da letto.
<<Sono stato bravo no?>> la incalzo con un’evidente eccitazione.

Lei comincia ad ispezionare il lavoro. Guarda un lato, poi un altro. Ha uno sguardo severo, critico.
<<E questo me lo chiami rifare un letto?>> esordisce lei smorzando i miei entusiasmi. <<non vedi che le righe sono tutte storte?>>. Però sorride. Ha apprezzato.

Morale della favola?
Comprare copriletto monocomatici, senza righe!

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